Abbiamo raccolto più di 3000 firme a supporto della nostra legge di iniziativa popolare sulla democratizzazione del Servizio sanitario.

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Lunedi 3 marzo abbiamo consegnato in Consiglio Regionale le firme (3230, 230 in più delle tremila previste dalla normativa vigente) a supporto della legge di iniziativa popolare, già segnalata ai soci ISDE sia da una nota di Romizi nell’autunno scorso che da un nostro poster presentato alle “7e Giornate Italiane dell’Ambiente” (Bernacchi S, Romagnoli C e Vantaggi G “Possono gli esposti riprendere il controllo dei servizi di prevenzione ambientale?” ) e con cui chiediamo di modificare gli articoli della LR 18/12 – Ordinamento del Servizio Sanitario Regionale – relativi a finanziamento, partecipazione e nuovo ruolo del distretto, con cio avviando elementi di gestione comune del servizio sanitario ( proposta di legge di iniziativa popolare ).

La campagna di raccolte firme si è rivolta principalmente sia a territori che sperimentano nelle norme vigenti l’assenza di garanzie per una equa ripartizione delle risorse, come l’Orvietano e il Ternano ( dove sono state raccolte due terzi delle firme), sia ai molti comitati ( sono più di 40)  che in Umbria lottano per la salute e l’ambiente e contro la messa a valore di vite e territori da parte delle forze politiche neoliberiste.
 Con il superamento della quota di firme richieste dalla normativa regionale, si apre una fase nuova:
1) una volta espletati i controlli formali, entro sei mesi dal 3 marzo 2014 il Consiglio regionale dovrà mettere all’ordine dle giorno le proposte da noi avanzate. .
2) la gestione comune della sanità assume un profilo più condiviso ed assurge a proposta capace di creare senso a livello regionale
3) si crea di fatto una alternativa sia all’opaca gestione centralizzata dei fondi sanitari che alla commistione privato pubblico  che oggi domina trasversalmente la sanità e in modo particolare tutta l’area dei servizi che paghiamo per prevenire l’inquinamento ambientale;
4) si apre il dibattito su un possibile regolamento attuativo della partecipazione a livello di distretto;
5) l’Umbria torna ad essere di nuovo un laboratorio per la sanità e tutto questo non solo nasce, ancora una volta,  dal basso ma si avvale anche degli anticorpi che l’uso privato del servizio sanitario ha sviluppato nei cittadini e negli esposti in 35 anni di attacchi al diritto alla salute.
Ora si tratta di continuare a produrre inclusione e condivisione intorno ai passaggi che possono permettere ai cittadini di riprendere il controllo sulle risorse del servizio sanitario sottraendoli ad opacità e decurtazioni illegittime ed agli esposti di riprendere il controllo sui servizi di prevenzione ambientale sottraendoli all’abbraccio necropolitico dei produttori di rischio.

Dr Carlo Romagnoli
Referente ISDE Umbria

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